ODG: “Aperture domenicali liberalizzazione commercio”

Pubblicato il martedì 24 Set 2013

ORDINE DEL GIORNO COLLEGATO AL VOTO ALLE CAMERE N. 1 "Revisione liberalizzazione orari del commercio"

PRESENTATORI: AGNOLA, SERGO, BAGATIN, MARINI, DE ANNA, BOEM, ROTELLI, GREGORIS, PAVIOTTI, EDERA, GEROLIN, MORETTI, CARGNELUTTI, NOVELLI, RICCARDI, GRATTON, LAURI, CREMASCHI, MARSILIO, TRAVANUT, PUSTETTO, PICCIN

OGGETTO: “Aperture domenicali liberalizzazione commercio”

Il Consiglio regionale,
VISTO l’art 117 della Costituzione Italiana che delega alle Regioni la competenza esclusiva del commercio;
VISTA la Legge 558 del 1971 che individuava un monte ore settimanale massimo di 44 ore di apertura e rendeva inderogabile l’obbligo della chiusura domenicale e festiva;
VISTA la risposta al Referendum dell’11 giugno del 1995 in cui l’elettorato dà una netta risposta negativa al quesito relativo alla liberalizzazione degli orari dei negozi;
VISTA la Legge Costituzionale 3/2001 che investe le Regioni di piena potestà legislativa in materia di commercio;
PRESO ATTO CHE
•    Il Decreto Legge n. 201/2011
•    La Legge n. 214/2011
Decretano la liberalizzazione degli orari e delle aperture degli esercizi commerciali sul tutto il territorio nazionale permettendone l’apertura indiscriminata per 24 ore al giorno tutti i giorni dell’anno, comprese domeniche e festività;
VISTA la proposta di Legge di iniziativa popolare presentata alla Camera il 14 maggio 2013, sostenuta dalla Campagna “Liberaladomenica” lanciata da Confesercenti e Federstrade, che richiede che le competenze in materia di aperture del commercio tornino in capo alle Regioni;
CONSIDERATO che la liberalizzazione delle aperture domenicali ha favorito la proliferazione di Grandi Centri Commerciali alle periferie delle città desertificando e riducendo la funzione sociale, di incontro e di scambio delle località minori e dei centri storici delle città;
VISTO che la liberalizzazione indiscriminata ha prodotto un danno significativo nei confronti dei piccoli negozi di vicinato che non possono più competere sugli orari e sui giorni di apertura;
VISTO le positive esperienze di altri paesi europei che sono riusciti a contemperare le esigenze della libera concorrenza con il rispetto di consolidate tradizioni, coniugando esigenze dei consumatori e diritti dei lavoratori;
VISTO che l’apertura indiscriminata per orari e giorni di riposo può risultare lesiva dei diritti degli operatori del commercio e delle loro famiglie per ritmi di vita incompatibili con il riposo personale e la vita familiare e che ha favorito la precarizzazione dei rapporti di lavoro;
VISTO la posizione della Confesercenti e la sua richiesta di una disciplina degli orari equilibrata tale da consentire ai consumatori di soddisfare le proprie esigenze di acquisto dei beni e agli operatori commerciali di poter contare su tempi di riposo adeguati per sé e per i propri dipendenti e collaboratori familiari;
NELL’ATTESA che il Parlamento ed il Governo Nazionale si attivino per la modifica dell’articolo 3 del Decreto Legge 4 luglio 2006, n. 223 (convertito, con modificazioni, dalla Legge 4 agosto 2006, n. 248) e per la abrogazione dell’articolo 31 del Decreto Legge 201/2011 (convertito, con modificazioni, con Legge n. 214/2011), dando seguito alle diverse iniziative parlamentari in tal senso.
 
IMPEGNA LA GIUNTA

a farsi carico delle numerose e diverse istanze in ordine alla evidente insostenibilità derivata dalla indiscriminata apertura degli esercizi commerciali nelle giornate festive che sta generando gravi conseguenze in diversi aspetti della vita sociale della Nostra Regione soprattutto per quanto riguarda le condizioni dei lavoratori del settore;
a promuovere, sotto la regia regionale, forme di regolamentazione concertata, precedute da attività di consultazione ed audizione sistematica mediante la competente commissione consigliare, anche per aree omogenee, con le parti in causa, quali rappresentanti degli Enti Locali, dei proprietari e gestori degli esercizi commerciali, dei lavoratori, dei consumatori e di tutti quei soggetti che si sono costituiti come interlocutori sull’argomento;
ad avviare percorsi legislativi, guardando anche alle esperienze di altri paesi europei, che vadano nel senso di tutelare e rafforzare la rete delle piccole attività commerciali che animano le località minori, le zone svantaggiate ed i centri storici, dove la presenza di aziende dedite alla distribuzione di beni ed alla somministrazione costituiscono spesso un presidio sociale e la condizione per evitare lo spopolamento delle aree più marginali della nostra Regione.

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